La cessione del credito è un contratto con cui si trasferisce il diritto di credito di un soggetto (cedente) a un altro (cessionario) che lo riscuote dal debitore (ceduto). La cessione può essere a titolo gratuito o oneroso e non richiede il consenso del debitore. Inolre, essa può riguardare anche il credito d’imposta per i lavori di riqualificazione energetica o ristrutturazione delle case.
In questo articolo, esploreremo come funziona la cessione del credito e quali implicazioni ha per le parti coinvolte. Intanto, benvenuti su giipsy, l’informazione creativa in click e tuffiamoci in questo nuovo contenuto.
Cos’è la cessione del credito?
Con la cessione del credito si trasferisce a un altro soggetto (cessionario) il credito che vanta nei confronti di un terzo (debitore ceduto). Si tratta di un contratto bilaterale, in quanto non c’è bisogno del consenso del debitore. Ciò significa che creditore e “acquirente” possono mettersi liberamente d’accordo senza dover chiedere il permesso al debitore. Tuttavia, affinché sia efficace anche nei suoi confronti, occorre che la cessione sia notificata al debitore ceduto.
La cessione del credito può consistere nella vendita di un credito da parte del cedente al cessionario. In altre parole, il cedente trasferisce a un’altra persona il diritto di essere pagato per una somma di denaro che gli spetta da parte di un debitore.
Questa operazione può essere effettuata per diversi motivi, ad esempio per ottenere liquidità immediata, per ridurre il rischio di insolvenza del debitore o per migliorare la propria posizione finanziaria.
Come funziona?
La cessione del credito avviene tramite un contratto tra il cedente e il cessionario. Il contratto deve contenere tutte le informazioni necessarie per identificare il credito ceduto, come ad esempio l’importo del credito, il nome del debitore e la data di scadenza.
Con la cessione, il cessionario diventa il nuovo creditore del debitore ceduto e avrà diritto che quest’ultimo gli paghi il proprio debito. La cessione del credito può essere gratuita oppure onerosa. Ciò significa che il cedente può anche non ricavare nulla dal trasferimento del proprio credito.
Dunque, una volta stipulato il contratto, il cessionario diventa il nuovo creditore del debitore e ha il diritto di incassare il credito. Il debitore deve quindi pagare la somma dovuta al cessionario anziché al cedente.
Implicazioni per il cedente
La cessione del credito ha diverse implicazioni per il cedente. In primo luogo, il cedente perde il diritto di incassare il credito ceduto e non può più utilizzarlo come garanzia per ottenere finanziamenti.
Inoltre, il cedente deve garantire che il credito sia valido e che il debitore sia solvibile. In caso contrario, il cessionario potrebbe rifiutarsi di pagare il prezzo pattuito per l’acquisto del credito.
Infine, il cedente può subire una riduzione del valore del credito ceduto, in quanto il prezzo di acquisto del credito da parte del cessionario dipende dal rischio di insolvenza del debitore.
Implicazioni per il cessionario
Anche il cessionario ha diverse implicazioni da considerare. In primo luogo, il cessionario diventa il nuovo creditore del debitore e ha il diritto di incassare il credito.
Inoltre, il cessionario deve garantire che il credito sia valido e che il debitore sia solvibile. In caso contrario, il cessionario potrebbe subire delle perdite.
Infine, il cessionario deve pagare un prezzo per l’acquisto del credito, che dipende dal rischio di insolvenza del debitore. Maggiore è il rischio, maggiore sarà il prezzo pagato per l’acquisto del credito.
Vantaggi e svantaggi della cessione del credito
Questo strumento finanziario presenta vantaggi e svantaggi per entrambe le parti coinvolte.
Tra i vantaggi per il cedente vi sono la possibilità di ottenere liquidità immediata, la riduzione del rischio di insolvenza del debitore e la possibilità di migliorare la propria posizione finanziaria.
Tra i vantaggi per il cessionario vi sono la possibilità di ottenere un rendimento finanziario sul credito acquistato, la diversificazione del proprio portafoglio di investimenti e la possibilità di acquistare crediti a prezzi vantaggiosi.
La cessione del credito può essere vantaggiosa per chi non ha liquidità o capienza fiscale sufficiente per coprire le spese degli interventi e recuperarle detraendole dall’IRPEF negli anni successivi. In caso di incapienza infatti nella dichiarazione dei redditi non si possono detrarre spese, ad esempio perché sono superiori all’IRPEF lorda o perché l’imponibile è così basso da non essere tassabile.
Tuttavia, questo strumento presenta anche alcuni svantaggi. Ad esempio, il cedente può subire una riduzione del valore del credito ceduto e perdere il diritto di incassarlo. Inoltre, il cessionario deve garantire la validità del credito e la solvibilità del debitore, altrimenti potrebbe subire delle perdite.
Cessione del Credito nel settore edilizio.
Nel caso del Superbonus 110% – l’incentivo previsto dal decreto Rilancio per lavori di efficientamento energetico e adeguamento antisismico sulle abitazioni – a essere ceduto è il credito d’imposta. Si tratta di un credito verso lo Stato con cui si possono compensare i debiti o ridurre le imposte dovute. Puoi beneficiare del Superbonus nella forma “standard” di detrazione fiscale (del 110% dei costi sostenuti per i lavori) o, in alternativa, come cessione del credito o sconto in fattura.
Nel settore edilizio, la cessione del credito consiste nella possibilità per il beneficiario di una detrazione fiscale di cedere, dietro opportuno corrispettivo, il credito maturato a seguito del sostenimento di una spesa per lavori edilizi agevolati. Questo permette al beneficiario della detrazione di avere a disposizione l’intero credito d’imposta generato, senza doverlo recuperare in diminuzione dell’IRPEF versata in 10, 5, o 4 anni, in base al bonus utilizzato.
Cessione del Credito: I vantaggi nel settore edilizio
Nel settore edilizio, la cessione del credito può offrire diversi vantaggi. Ad esempio, può permettere un risparmio iniziale grazie allo sconto in fattura. Inoltre, può permettere un risparmio di tempo nel godere della detrazione grazie alla cessione anticipata delle rate residue. La cessione del credito può anche essere una soluzione per i soggetti incapienti, ovvero coloro che non hanno capienza fiscale sufficiente per recuperare le spese detraendole dall’IRPEF negli anni successivi.
La disciplina normativa nel settore edilizio
Nel settore edilizio, la cessione del credito è regolata da una serie di norme e disposizioni. Ad esempio, il Decreto Rilancio (Dl n 34/2020) prevede per una serie di interventi quali: recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, misure antisismiche, recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti, installazione di impianti fotovoltaici, installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, superamento ed eliminazione di barriere architettoniche la possibilità per il contribuente di scegliere la modalità di fruizione dell’agevolazione fiscale a essi connessa.
Il contribuente, anziché avvalersi della detrazione spettante direttamente nella dichiarazione dei redditi, può utilizzare una delle due seguenti soluzioni alternative: lo sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso (il beneficio, pertanto, viene anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi, il quale poi recupera la somma sotto forma di credito d’imposta, di importo pari alla detrazione spettante), la cessione di un credito d’imposta di pari ammontare.
Alcuni Casi Pratici
Supponiamo che una società abbia ricevuto un pagamento per una fattura emessa a un cliente, ma che tale pagamento sia stato effettuato in ritardo. In questo caso, la società può decidere di cedere il credito derivante dal pagamento al fine di ottenere liquidità immediata. La società che acquista il credito pagherà alla società originaria il valore nominale del credito meno un interesse.
Un altro esempio può riguardare un’azienda che ha un debito verso un fornitore che non può pagare immediatamente. In questo caso, l’azienda può decidere di cedere il proprio credito derivante dai pagamenti effettuati dai propri clienti a un terzo che acquista il credito. Il fornitore, in questo modo, riceverà il pagamento direttamente dal terzo acquirente del credito.
Un ultimo esempio può riguardare una banca che ha concesso un finanziamento a un cliente. La banca può decidere di cedere il proprio credito derivante dal finanziamento a un fondo di investimento. Il fondo di investimento acquista il credito a un prezzo scontato rispetto al valore nominale e, in cambio, la banca ottiene liquidità immediata per concedere ulteriori prestiti.
Blocco Cessione del credito 2023
Il blocco della cessione del credito è in vigore dal 17 febbraio 2023. Il decreto “blocca cessioni” pone fine alle nuove operazioni di cessioni del credito e sconto in fattura. Qui le nuove regole. Il decreto dovrà però essere convertito entro 60 giorni dal Parlamento.
Dal 17 febbraio non è più possibile procedere con la cessione del credito né con lo sconto in fattura per i seguenti interventi:
- recupero del patrimonio edilizio;
- efficienza energetica;
- misure antisismiche;
- recupero o restauro della facciata;
- installazione di impianti fotovoltaici;
- colonnine di ricarica.
Le conseguenze del blocco della cessione del credito sono molteplici. In primo luogo, le imprese edili potrebbero subire un danno economico importante. Inoltre, i privati che sostengono le spese per i lavori potrebbero avere difficoltà a recuperare il credito. Infine, le realtà che in fase di progettazione o con contratti già sottoscritti si ritrovano senza uno strumento fondamentale come la cessione del credito potrebbero subire annullamenti e perdite di denaro.
Conclusioni
Le conseguenze del blocco della cessione del credito sono molto negative. Sono a rischio posti di lavoro, investimenti, e salteranno accordi legati proprio ai bonus per l’edilizia. Famiglie e imprese quindi saranno penalizzate da questa decisione. E’ necessario intervenire tempestivamente per tutelare il settore edile con nuovi accordi e aprirsi a nuove prospettive di crescita economica.