Italia europei 2020: un gruppo che non si è mai dato per vinto. Questo potrebbe essere lo specchio dell’Italia di Roberto Mancini. La stessa Italia capace di vincere gli Europei 2021, grazie all’unione e alla consapevolezza non soltanto dei propri mezzi ma, soprattutto, dei propri limiti. Una rosa che, sulla carta, non sembrava poter competere con le più blasonate nazionali, quali Spagna, Francia e Germania. Contro ogni pronostico, gli azzurri hanno conquistato non soltanto un trofeo, ma un’intera nazione. Non è stata solo la “classe” e il talento dei singoli a prevalere sulla vittoria. Anche la voglia di riscatto di un’intera rosa è stata in grado di cambiare le carte in tavola e stravolgere il risultato finale.
Il percorso europeo degli azzurri
Il percorso europeo dell’Italia è stato abbastanza agevole, con un girone abbordabile e nessuna avversaria tanto pericolosa da rappresentare una minaccia. In ordine Turchia, Svizzera e Galles. Ben 9 punti conquistati, con sette gol fatti e zero subiti. Al di là dei numeri e delle statistiche – che indicano solo superficialmente la forza di una squadra – sono stati evidenti il desiderio di rimettersi in gioco e l’assoluta voglia di riscatto.
Viste le premesse, l’Italia sembrava poter fare bene dagli ottavi di finale in poi, seppur contro ogni squadra venisse dichiarata come sfavorita per il passaggio del turno. Ed ecco che, allora, poco a poco sono arrivate le prime chiare risposte.
Dopo aver avuto la meglio contro l’Austria, per 2-1, è arrivata anche la vittoria con il Belgio per 2-1 e il passaggio del turno. Ecco allora la finale, ovvero la sfida contro la Spagna, che è stata di certo la più complicata. Se da un lato ha messo in mostra i limiti tecnici dei calciatori azzurri, dall’altro ha evidenziato quanta caparbietà ci fosse all’interno del gruppo. Partita sofferta e conclusasi soltanto ai rigori, vinti dagli azzurri per pochissimo, grazie all’errore dal dischetto di Morata (con l’ottimo riflesso di Donnarumma) e il gol a “sangue freddo” di Jorginho.
Il percorso dell’Italia: la finale
Dopodiché, con la finale presa e voluta di forza, è arrivato il momento più delicato dell’intero Europeo. Lo scontro decisivo contro l’Inghilterra, al Wembley Stadium di Londra. Con gli inglesi già dati per vincenti (a detta loro) e con gli italiani che, a testa bassa, hanno affrontato un match vissuto fino all’ultimo secondo. Gara sbloccatasi dopo appena 2 minuti, con il vantaggio per coloro che erano, a tutti gli effetti, i padroni di casa. Dopo una fase di difficoltà, l’Italia ha pian piano preso in mano il gioco, grazie (ancora una volta) alla forza del collettivo, che ha superato di gran lunga il valore tecnico dei giocatori inglesi. Il gol del pareggio è arrivato verso le battute finali e ha rimesso tutto in discussione, con la gara che ha deciso il vincitore soltanto ai calci di rigore.
Un terno al lotto, come sempre. Portiere contro rigorista. Gloria contro delusione. Un attimo per decidere, un istante che separa dalla storia. E così, forse per esperienza, forse per cattiveria agonistica, forse per voglia di vincere, è stata l’Italia a trionfare, tra le lacrime, la gioia, le urla e l’incredulità di tutti i tifosi inglesi già pronti ad alzare un’ipotetica coppa. Dunque, Italia europei 2020 giorno da ricordare.
A trionfare è stata così la squadra e non il singolo. E a dimostrarlo ci sono dei dati molto chiari: 13 gol fatti e 3 subiti, in sette incontri. Nessun vero marcatore, ma tutti realizzatori decisivi per il cammino che ha portato gli azzurri sul tetto d’Europa. Tanti giocatori subentrati e ben sette i giocatori ad andare in rete, sia da azione che da calcio piazzato.
Italia, Europei 2020 e il senso d’appartenenza
Gli azzurri, alla guida di Roberto Mancini, si sono riscoperti amici, supportandosi a vicenda, sebbene non fosse mancata la rivalità (agonistica) dei vari club con i quali giocano.
Con la maglia dell’Italia ogni giocatore si è riscoperto un compagno. Un compagno pronto a sacrificarsi pur di raggiungere il traguardo finale, quello su cui nessuno avrebbe puntato. Un’Italia messa quasi ai margini, vista come sfavorita perché “inferiore” rispetto alle grandi potenze che, a loro volta, hanno deluso (e non poco) le aspettative, dimostrando che la forza dei singoli vale poco, se manca l’elemento principale: il senso di appartenenza e di attaccamento alla maglia.
E l’Italia degli Europei 2021 è proprio questo. Un vero e proprio esempio da seguire. Un esempio che spiega come per vincere sia sufficiente l’umiltà e la consapevolezza che, insieme, si può davvero arrivare lontano e raggiungere persino quei traguardi che inizialmente sembravano irraggiungibili.
Giovanni Spadavecchia